Autoritratto

Marcello Avenali nasce a Roma, il 16 novembre 1912. Terminato il liceo artistico, si iscrive all’Accademia di Belle Arti e, nel 1939, al Centro sperimentale di Cinematografia, tenendo in quello stesso anno a Roma la sua Personale presso la Galleria Gallenga. Nominato assistente preso l’Accademia di Belle Arti nel 1941, in quello stesso anno insesia il suo studio a Villa Strohl-Fern. Nel 1944 partecipa alla Mostra “Italia Libera” nei locali della Galleria di Roma e quattro anni più tardi espone alla “Margherita” una serie di bambole confezionate durante la guerra. Ai dipinti da cavalletto – prevalentemente ritratti , nudi e nature morte nei quali già si assiste alla concretizzazione formale del colorismo impressionista – comincia ad aggiungersi la pittura murale, con i due affreschi eseguiti in S. Eugenio al Flaminio. Interviene alle principali Esposizioni nazionali degli anni cinquanta, inviando anche, nel 1955, alcune opere all’ Exibition of Contemporary Italian Art di Johannesburg, e vince nel 1958 i premi “Viterbo” e “Villa S. Giovanni”. Protettori per la chiesa romana di S. Giovanni Bosco. Con la decorazione interna della Nuova Banca di Sardegna a Roma, comincia la sperimentazione sulle possibilità espressive dei materiali industriali e la ricerca di nuove simbologie della forma e del colore che culmina nella memorabile vetrata della Chiesa dell’Autostrada del Sole a Firenze, realizzata nel 1963. Si interessa anche alla tecnica dell’arazzo esponendone i risultati alla Mostra allestita con Cagli, Guttuso e Mirko ad Atene nel 1964 e nel 1965 a Parigi. E studia il ferro, da solo o incorporato al vetro (Personali alla Galleria Carpine nel 1967 e ’68); l’acciaio, accompagnandolo al vetro Dallas nelle grandi strutture eseguite per l’Istituto mobiliare italiano (1969) e la Direzione del Banco di S. Spirito a Roma (1970); il rame, impiegato per la facciata della Sede romana del Banco popolare di Milano.

L’indagine continua, guidata da un’insaziabile e fertile curiosità inventiva, nel decennio seguente che lo vede impegnato in Mostre, sempre più frequenti, in Italia, ma anche ad Amsterdam, Parigi, Johannesburg, Bruxelles. Il suo ultimo importante lavoro è il Monumento di Aldo Moro e alle vittime del 16 marzo eretto a Brindisi un anno prima della morte, che lo coglie a Roma l’11 novembre 1981.